In mostra le opere di due artiste amiche. Eco di mani amiche. Un dono si trasforma in un percorso creativo e dialogo
Il dialogo tra due voci
Con il tempo, il rapporto con Virginia Franceschi si è trasformato in un vero dialogo artistico. Abbiamo iniziato a pensare a una mostra insieme, non come semplice giustapposizione di opere, ma come incontro di due linguaggi che si intrecciano e si rispondono.
I suoi tessuti e le mie stampe non si limitano a convivere nello stesso spazio, ma instaurano una conversazione silenziosa, fatta di risonanze, di echi, di rimandi. C’è in questo progetto una volontà di esplorare ciò che accade quando due sensibilità si incontrano e si contaminano, mantenendo ciascuna la propria voce.
Il nostro lavoro comune parla di relazione. Di come l’arte possa nascere non solo dall’ispirazione individuale, ma dal confronto, dall’ascolto, dalla condivisione. Ogni opera diventa così un frammento di un discorso più ampio, che unisce mani, sguardi e pensieri diversi.
Memoria, materia, affetto
Ripensando a questo percorso, mi rendo conto che il tema centrale è la memoria affettiva. Ogni materiale che utilizzo è carico di significati, di storie, di emozioni. I tessuti, in particolare, custodiscono la dimensione più intima della vita: sono a contatto con il corpo, con il quotidiano, con la fragilità del tempo che passa.
Quando li stampo, non cerco di cancellarne la storia, ma di prolungarla, di renderla visibile sotto una nuova luce. È un atto di ascolto e di rispetto. Ogni piega, ogni trama, ogni imperfezione diventa parte integrante dell’opera, come un segno della vita che continua a manifestarsi.
Il dono di Virginia mi ha insegnato che l’arte può essere un atto di cura reciproca. Curare la materia, le relazioni, la memoria: significa riconoscere valore a ciò che spesso viene trascurato.
Il senso del “fare insieme”
La mostra che stiamo per presentare non è solo l’esito di un lavoro tecnico o estetico, ma il risultato di un cammino condiviso. Dietro ogni opera c’è una storia fatta di dialoghi, di scambi, di intuizioni nate dall’incontro.
Con Virginia condividiamo il piacere del “fare insieme”, non nel senso di realizzare a quattro mani, ma di camminare in parallelo, lasciando che i nostri percorsi si tocchino e si illuminino a vicenda.
C’è tra noi una fiducia profonda, un rispetto reciproco che permette alla materia di parlare in modi sempre nuovi. In questo senso, l’arte diventa un terreno comune, uno spazio di incontro dove le differenze non dividono, ma arricchiscono.
Un’eco di mani amiche
Ogni volta che guardo una delle mie opere nate da quel tessuto donato, rivedo le mani di Virginia, le mani che lo hanno ricamato, quelle di chi lo ha usato, e infine le mie. È un filo che attraversa il tempo e che intreccia vite diverse. Un filo che continua a tessere legami, a generare nuove storie.
Per me, questa mostra rappresenta proprio questo: un’eco di mani amiche, una celebrazione del gesto condiviso, della trasmissione silenziosa di sensibilità e conoscenza. Ogni opera è una testimonianza di come l’arte possa nascere dall’incontro, dall’ascolto e dal desiderio di far rivivere la memoria delle cose.
Il dono, in fondo, non è mai un punto d’arrivo, ma un inizio. È la promessa di una continuità, di un dialogo che non si interrompe.
Quando ripenso a quel giorno, a quel cuscino affidato con semplicità, mi accorgo di quanto spesso i gesti più umili racchiudano la forza più autentica della creazione. Quel piccolo frammento di tessuto ha aperto una strada nuova non solo nella mia ricerca artistica, ma nel mio modo di guardare al mondo.
Attraverso la materia ho riscoperto il valore della relazione, la bellezza della condivisione, l’importanza di accogliere ciò che ci viene offerto. Ogni opera che nasce da questo dialogo è per me un atto di gratitudine — verso la materia, verso chi l’ha toccata, verso chi l’ha donata.
E così, ancora una volta, l’arte si rivela come un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra la memoria e la trasformazione. Un ponte che continua a crescere, a evolversi, a respirare, come un filo che unisce mani amiche nel tempo.
Vieni a visitare la mostra:
• Luogo: Pinacoteca Provinciale di Salerno, Via dei Mercanti (Palazzo Pinto)
• Inaugurazione: Venerdì 7 Novembre 2025, ore 18:00
• Periodo: 7 – 16 Novembre 2025
• Orari: Tutti i giorni 9:00 – 19:45 (chiuso lunedì 10 Novembre)
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