Il valore simbolico di Vestali e sottovesti: riflessioni su memoria femminile, opere d’arte e identità
Non c’è più distanza tra il fare e l’esistere. Si fa perché si esiste e si esiste facendo: io cerco di guardare in me e di andare verso altro. Verso l’altro, come quando si parte per un viaggio. Aspetto gli imprevisti, le sorprese. È un operare complesso che porta con sé cumuli di ricordi, memorie, sentimenti ed emozioni, ma anche oggetti, come segni importanti o futili. Riproporli coi linguaggi dell’arte potenzia il senso che hanno assunto.
Ho attraversato il confine fra fare e esistere, scegliendo di esprimermi attraverso tessuti e segni personali. Nel nuovo progetto Vestali, ho iniziato dalle sottovesti, indumenti intimi dalla storia sorprendente.
Questi capi, usati fra gli anni 1940 e 1970, erano indossati da bambine e donne, realizzati in cotone, lino, nylon o seta, oppure delicatamente decorati con pizzi e ricami. Ho voluto recuperarli come oggetti-simbolo, carichi di memoria, fragilità ed eleganza. È la femminilità che emerge dal quotidiano, e desidero trasportarla nel linguaggio visivo delle mie opere d’arte.
Il valore simbolico della sottoveste
La sottoveste c’è e non si vede, spesso invisibile agli occhi, ma vitale per chi la indossa: è intimamente vicino al corpo eppure nascosta. Ha un duplice ruolo: vestire e definire la forma, ma anche emozionare. È un progetto di cura, calore, sensualità discreta. Portarla dentro l’arte significa recuperare una presenza femminile antica, delicata, complessa.
Raccolgono storie personali, e raccontano la condizione femminile nel trascorrere del tempo, la sensibilità e la memoria privata. Riproporli in chiave contemporanea significa rinforzare la relazione fra materia, corpo e pensiero.
La mostra è stata allestita con il contributo degli studenti del Liceo Linguistico Primo Levi, nell’ambito di un Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), in cui docenti, alunni e professionisti si sono confrontati in un’esperienza fortemente educativa.
Materiali e processo creativo
Opero attraverso l’uso di tessuto, resina, montaggi, pizzi e colori. Trasformare la sottoveste in opera è scegliere la materia come mezzo narrativo. Non butto nulla: ogni materiale ha una sua storia da raccontare. Riciclo, compostaggio creativo e ascolto della forma guidano il mio lavoro.
“L’ascolto della forma – scrive Cecilia Carrara – è, soprattutto, il metodo di lavoro di Sara Montani: … permettere al caso di entrare nel processo creativo diventa una necessità, e la scoperta del risultato una meraviglia da attendere in trepidante silenzio.”
Il procedimento è complesso e stratificato: recupero, tratto, assemblo, lascio che la resina conferisca consistenza, metto in dialogo superficie e vuoto.
La serie “Vestali”. Significati: memoria, fragilità, denuncia
In “Vestali” utilizzo tessuti trattati con resina, cianotipie, calcografie, plexiglas per creare installazioni, sculture e stampe che sembrano sospese nel tempo. L’abito diventa testimone della vita di chi l’ha indossato: racconta storie di sguardi, di corpi, di memoria. L’antica figura della vestale in Roma — dedita alla custodia del fuoco sacro e simbolo di purezza — mi ha ispirata a rappresentare la donna contemporanea: custode di memorie, di identità, fragile ma resistente.
Le pieghe dei tessuti trattati con resina ricordano un corpo che pulsa, come se la materia viva respirasse. Le stampe su plexiglas amplificano il senso di sospensione: i supporti trasparenti lasciano intravedere la superficie come una finestra sul tempo. Le tecniche tradizionali come cianotipia e calcografia si fondono con i processi industriali digitali: un dialogo tra analogico e moderno, tra memoria storica e futuro.
Questo linguaggio materico e polifonico rappresenta la molteplicità dell’esperienza femminile. Ogni opera è unica, ogni tecnica responsabile: ogni tessuto con la sua risonanza emotiva — corpo, abito, storia — affiora da dietro le superfici.
Ti invito a scoprire la mostra sul mio sito, condividere il tuo ricordo o riflettere su cosa rappresenti per te la femminilità.
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