Il 2025 un anno di mostre, pubblicazioni e incontri che hanno rafforzato il mio percorso anche con i collezionisti
Il 2025 è stato un anno intenso, denso di passaggi, incontri e occasioni di confronto che hanno dato forma a un percorso articolato e coerente. Un anno in cui il lavoro ha trovato spazio in contesti differenti, dialogando con luoghi, pubblici e sensibilità diverse, mantenendo sempre al centro il valore del segno come traccia, memoria e relazione.
Esporre significa mettersi in ascolto.
Ogni mostra, personale o collettiva, è stata un momento di verifica, ma anche di apertura: dal Museo della Permanente al Castello di Belgioioso, dalla Fabbrica del Vapore al Monastero di Cairate, fino a spazi internazionali come la Galleria dell’Accademia Romena di Bucarest. Contesti storici, istituzionali e indipendenti hanno accolto opere capaci di adattarsi, senza perdere identità, a narrazioni collettive e tematiche condivise.
Il calendario del 2025 ha attraversato linguaggi e riflessioni profonde.
“Corpo a Corpo. Linguaggi nella figurazione” ha aperto l’anno mettendo in relazione visioni e approcci diversi alla figura; “Eterogenesi” ha sottolineato la pluralità come valore fondante; “Omaggio alle donne” e “Dialoghi di colori all’ombra della luce” hanno offerto uno spazio di riflessione sul segno come strumento emotivo e simbolico.
La partecipazione a rassegne come il Festival internazionale della stampa d’Arte e a progetti come Pixel & Paper: a dialogue in texture ha rafforzato il dialogo tra materia, superficie e gesto, mentre mostre come Appesi a un filo e Astrarsi hanno riportato l’attenzione sulla fragilità e sulla tensione costante che caratterizzano il fare artistico nella contemporaneità.
Un momento particolarmente significativo.
È stato l’impegno in “I colori della speranza. Quando l’Arte incontra il cuore”, progetto corale che ha dimostrato come il lavoro dell’artista possa farsi veicolo concreto di solidarietà e partecipazione, andando oltre lo spazio espositivo per toccare dimensioni umane profonde.
Il 2025 è stato anche l’anno di Nemi – Biennale Internazionale d’Arte dei Castelli Romani, edizione speciale dedicata al Giubileo, e di Prospettive / Perspective, evento italo-romeno che ha rafforzato il dialogo culturale internazionale. Esperienze che hanno ampliato lo sguardo e consolidato relazioni professionali durature.
Eco di mani amiche – Salerno
Un passaggio particolarmente significativo del 2025 è stato “Eco di mani amiche”, ospitato presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno, a Palazzo Pinto. Esporre in un luogo così carico di storia e stratificazioni culturali ha dato al lavoro una risonanza diversa, più intima e allo stesso tempo profondamente condivisa.
Il dialogo con lo spazio, con il pubblico e con le altre presenze in mostra ha rafforzato il valore del segno come gesto di prossimità e ascolto. L’inaugurazione, partecipata e sentita, ha confermato quanto il confronto diretto sia ancora oggi uno degli strumenti più autentici per restituire senso al fare artistico e creare legami che vanno oltre l’evento espositivo.
Accanto alle mostre, le pubblicazioni hanno rappresentato un ulteriore tassello fondamentale. Appesi a un filo. Essere artisti davanti alla contemporaneità. Un mio racconto è stato inserito nell’antologia L’altro regno. Imprevedibili storie di oggetti, da Les Flâneurs Edizioni, Bari: sono tutti strumenti di riflessione e sedimentazione, luoghi di approfondimento che permettono al "segno” di continuare a parlare nel tempo, oltre l’evento.
Un passaggio centrale dell’anno è stato anche la 21ª Giornata del Contemporaneo, vissuta nel mio spazio AtelierVetrina, occasione in cui ho presentato il libro d’artista Metafore in baraonda. Un momento di sintesi tra pratica, ricerca e condivisione diretta con il pubblico.
Il 2025 si chiude con nuove aperture, come Bianco alla Art Gallery Finestreria di Milano e Nascita – Visioni contemporanee della Natività al Palazzo Ducale di Revere, confermando una traiettoria fatta di continuità, sperimentazione e risultati concreti.
Questo percorso è stato possibile grazie a un dialogo costante con curatori, istituzioni, collezionisti e appassionati. Il “segno,” quando incontra uno sguardo attento, diventa relazione. Ed è proprio in questa relazione che il lavoro trova il suo senso più profondo.
Se questo viaggio ti ha incuriosito, ti invito a lasciare un commento o a contattarmi direttamente. Il confronto è parte essenziale del mio lavoro.