L’arte come gioco creativo in Omaggio a Fortunato Depero, tra regole, libertà e nuove visioni artistiche
Quando penso al mio percorso artistico, ci sono figure che ritornano come fari che illuminano il cammino. Una di queste è senza dubbio Fortunato Depero, artista straordinario che ha saputo mescolare arte e gioco, rigore e fantasia, regole e libertà. Con la serie di opere che ho intitolato Omaggio a Depero. Arte e Gioco, ho voluto restituire la mia personale interpretazione di un approccio creativo che continua a parlarmi con forza e freschezza, a distanza di decenni.
Per me, l’arte è sempre stata anche un pretesto per giocare, osservare, sperimentare e reimpostare regole. Un linguaggio che non si limita alla forma estetica, ma che si nutre della dimensione ludica, dell’invenzione continua, della capacità di stupirsi e di cercare nuove possibilità espressive.
Depero, maestro di gioco e disciplina
Depero ha incarnato un paradosso che mi affascina: quello di un artista che ha sempre lavorato con la serietà e la concentrazione del bambino mentre gioca. Un gioco che non è mai superficiale, ma che è invece rigore, disciplina, progettualità. I suoi arazzi, le sue pubblicità, i suoi mobili, il suo libro imbullonato: tutto è testimonianza di una visione dell’arte come officina totale, come spazio di invenzione che abbraccia vita e creazione.
Questa attitudine è ciò che più mi ha colpito e che, negli anni, ho sentito vicino al mio modo di pensare e di fare. Così, quando ho iniziato a lavorare a questa serie di monoprint su carta graphia, ho sentito che stavo cucendo il mio percorso con un filo che mi legava direttamente a lui.
Monoprint linguaggio di libertà
Ho scelto la carta cotone Graphia per incisione, è una carta più pregiata e resistente, una carta, come superficie espressiva, perché rappresenta, per me, un terreno fertile su cui lasciare emergere segni e tracce. I monoprint sono una tecnica che permette di mantenere sempre viva la dimensione della sorpresa, dell’imprevisto. Ogni stampa è unica, irripetibile, frutto di un dialogo tra gesto, materia, torchio e tempo.
È un linguaggio che rispecchia bene l’idea del gioco: si parte da regole semplici, da un metodo, e poi si lascia che il processo stesso apra nuove possibilità. Proprio come accade nei giochi dell’infanzia o nelle filastrocche: c’è una struttura, ma c’è anche libertà di invenzione.
Omaggio a Depero
Arte come gioco, gioco come arte
Nel realizzare questi lavori, ho sentito il bisogno di intrecciare il fare creativo con altre forme espressive che da sempre accompagnano il mio percorso: i testi poetici, le filastrocche, i segni colorati, lo spazio, che diventano narrazione visiva. L’omaggio a Depero, in questo senso, è stato anche l’occasione per riflettere su come il suo metodo operativo – fatto di connessioni, contaminazioni e progettualità – possa ancora oggi ispirare nuove ricerche.
L’arte, per me, non è mai un atto isolato. È sempre un gioco che coinvolge più dimensioni: quella visiva, quella verbale, quella emotiva. Un gioco che mi permette di tessere fili tra passato e presente, tra tradizione e sperimentazione.
Una serie in viaggio: esposizioni e incontri
La serie Omaggio a Depero. Arte e Gioco ha avuto l’opportunità di viaggiare e di essere presentata in più contesti espositivi. Una delle tappe che ricordo con maggiore emozione è stata senza dubbio la mostra presso la Biblioteca Sormani di Milano, curata da Luca Pietro Nicoletti, in occasione della presentazione del mio libro Le regole del gioco (Edizioni Esseblu) dove sono presenti due suoi testi che parlano della mia ricerca.
Quella occasione è stata speciale perché ha permesso di intrecciare il mio lavoro visivo con una riflessione più ampia sul senso delle regole nell’arte e nel gioco creativo. Parlare di regole, infatti, non significa irrigidire il processo, ma piuttosto riconoscere le strutture che permettono al gioco di accadere, di farsi linguaggio, di farsi opera.
Oggi, alcune di queste opere sono esposte presso la Galleria Caruso di Milazzo, uno spazio che ospita dialoghi tra artisti, linguaggi e ricerche, e che offre al pubblico la possibilità di entrare in contatto diretto con queste creazioni.
Giocare con l’arte, vivere l’arte
L’arte, così come la vivo e la racconto, è una forma di gioco serio. È un modo per mettersi continuamente alla prova, per osservare il mondo con occhi nuovi, per accettare la sfida dell’imprevisto. Ogni foglio di carta, ogni segno, ogni colore diventa parte di un discorso che si rinnova.
In Omaggio a Depero. Arte e Gioco ho voluto riportare questa visione con leggerezza e profondità: giocare con i materiali, con le forme, con i rimandi poetici, senza mai perdere di vista l’intensità del gesto artistico.
Depero mi ha insegnato che l’arte non deve avere confini netti, che può entrare nella vita quotidiana e trasformarla. Io cerco, a mio modo, di fare mia questa lezione, intrecciando arte e gioco, regole e libertà, con lo sguardo curioso e tenace che solo l’atto creativo sa mantenere vivo.
Omaggio a Depero. Arte e Gioco è più di una serie di opere: è un dialogo, un percorso di esplorazione, un invito a guardare l’arte con lo stesso sguardo con cui i bambini guardano il mondo, mescolando concentrazione e stupore.
Invito chi legge a lasciarsi coinvolgere da questo spirito ludico e creativo, a visitare le mostre, a osservare le opere da vicino, e a condividere riflessioni e impressioni. L’arte è un gioco che diventa esperienza comune, e ogni sguardo nuovo ne arricchisce il senso.
Mi piacerebbe sapere come voi vivete l’arte: vi capita di sentirla come un gioco, una scoperta continua?